I monologhi dell’atomica
MARTEDÌ 23 LUGLIO 2024 ORE 21.15
PIAZZA SAN MATTEO GENOVA
da Preghiera per Cernobyl di Svetlana Aleksievich
(premio Nobel 2015)
e Nagasaki di Kyoko Hayashi
di e con Elena Arvigo
con la partecipazione di Monica Santoro
scene e costumi Elena Arvigo in collaborazione con Maria Alessandra Giuri
aiuto regia Virginia Franchi
assistente alla regia Monica Santoro
produzione il Teatro delle Donne e Compagnia Elena Arvigo
PREMIO LE MASCHERE DEL TEATRO ITALIANO 2023 COME MIGLIOR MONOLOGO
Elena Arvigo interprete sensibile e intensa, attenta indagatrice dell’animo femminile recentemente insignita come miglior interprete di monologo con questo spettacolo tratto da Preghiera per Cernobyl di Svetlana Aleksievich (premio Nobel per la letteratura 2015) e da Racconti dell Atomica di Kyoko Hayashi porta al centro nuovamente la figura femminile come testimone di episodi tragici legati alla guerra e alla criminalità delle scelte umane. I due fatti all’origine dello spettacolo: Chernobyl e Hiroshima .
Il 26 Aprile 1986 scoppia la centrale nucleare di Cernobyl , il 9 Agosto 1945 viene lanciata una bomba atomica su Nagasaki per accelerare la resa del Giappone: due capitoli oscuri, due eventi che hanno segnato le coscienze e che qui vengono rievocati dalla Aleksievich (premio Nobel per la Letteratura 2015 ) attraverso alcune testimonianze/monologhi tra le quali quella di Ljudmila Ignatenko, moglie di un vigile del fuoco, di soldati, di bambini e di Kyoko Hayashi, una scrittrice ma soprattutto una “hibakusha”, ossia una sopravvissuta alla bomba atomica, come li chiamano in Giappone.
La ricostruzione in entrambi i racconti non è degli avvenimenti, ma dei sentimenti attraverso lo sguardo di queste donne testimoni e scrittrici, in un’ideale staffetta per coltivare la necessità della memoria. Il racconto di queste voci si concentra sulla dimensione umana della tragedia, sui sentimenti dei sopravvissuti, sulla storia profonda, interna, individuale di chi quegli avvenimenti li ha vissuti sulla propria pelle. Al centro dello spettacolo ci sono le persone. La Grande Storia è raccontata attraverso le piccole storie delle persone che l’hanno subita, le loro emozioni, i loro sentimenti, i loro drammi. Vite interrotte di uomini, donne e bambini drasticamente mutate , quotidianità stravolta e distrutta.
Il filosofo tedesco Günther Anders con la sua filosofia della discrepanza (Diskrepanzphilosophie), sulla scia dell’antropologia filosofica, cercò di descrivere la divergenza tra ciò che è diventato tecnicamente possibile (come la distruzione del mondo con le bombe atomiche) e ciò che la mente umana è in grado di immaginare, diventando un grande esponente del movimento anti-nucleare; proprio perché un traguardo dell’antropologia filosofica fu quello di notare come la differenza tra l’uomo e l’animale si ascriva nelle terrificanti capacità esclusive dell’uomo: l’uomo è l’unico animale in grado di distruggere la Terra.
I Monologhi dell’Atomica fa parte di un progetto sulle donne e la guerra dal significativo titolo Le Imperdonabili: una serie di studi iniziato da Elena Arvigo nel 2013 su figure di donne, testimoni scomode mitiche e reali, legate dal filo rosso della guerra, donne imperdonabili perché testimoni scomode della realtà che le circonda. L’atto giornalistico e l’atto poetico diventano così simbolo e testimonianza di una resistenza, prima di tutto, del pensiero. Degli spettacoli nati nell’ambito di tale progetto fanno parte: Donna non rieducabile di Stefano Massini, memorandum immaginario ispirato ai reportage di Anna Politkovskaja, nota per il suo impegno sul fronte dei diritti umani, i Diari della Guerra dal Il Dolore e dai Quaderni della Guerra di Marguerite Duras: due testi di straziante intimità al confine tra la poesia e la memoria in cui la Duras racconta la guerra e l’attesa delle donne e La Metafisica della Bellezza, lettere dalle case chiuse in cui si è cercato di mettere a fuoco la storia reale delle ragazze delle “case chiuse” chiuse per sempre nel 1958 grazie all’impegno e alla tenacia proprio di una donna, Lina Merlin, altra testimone scomoda e imperdonabile.
Lo spettacolo ha debuttato nel 2015 come monologo nella rassegna Una stanza tutta per lei diretta da Daniele Salvo, ha partecipato in questi anni a numerosi festival e rassegne sui diritti civili, tra Ie quali Memoralia nel 2022 e “Focus Aleksievich” al teatro Altrove di Genova. A distanza di 6 anni , nel 2021 ha ripreso la sua vocazione corale portando nello spazio scenico Monica Santoro, attrice diplomata nel 2006 all’Accademia d’Arte Drammatica di San Pietroburgo e che dal 2007 al 2016 lavora come attrice al Teatro Laboratorio di Pjotr Fomenko. In alcune repliche ha preso parte allo spettacolo nel ruolo del soldato Francesco Biagetti, allievo attore della Scuola di Genova.
Nelle note dello spettacolo: “Quello che spero di riuscire a restituire è la tragica fatalità di queste umanissime storie. Avvicinare ciò che sembra distante nel tempo e nello spazio per sentire un senso di responsabilità per il futuro.”
Scrive Svetlana Aleksievich: “Più di una volta ho avuto l’impressione che in realtà io non stessi parlando del passato ma che stessi stessi annotando il futuro.”
Svetlana Aleksievich, premio Nobel per la letteratura nel 2015, ha scritto Preghiera per Cernobyl, in cui racconta la grande Storia attraverso le piccole storie, che sono soprattutto vicende di donne, madri e mogli che hanno visto la carne dei loro uomini (soccorritori ed elicotteristi intervenuti per spegnere la centrale in fiamme) staccarsi dalle ossa per le radiazioni, operai che hanno costruito il sarcofago destinato a contenere il «raggio invisibile» e che stavano lentamente morendo di cancro. Un libro che non parla di Cernobyl in quanto tale, ma del suo mondo. Proprio di ciò che conosciamo meno. O quasi per niente: le impressioni, i sentimenti delle persone che hanno toccato con mano l’ignoto.
Kyoko Hayashi è una donna sopravvissuta a Nagasaki, di cui ha lasciato testimonianza in Nagasaki. Racconti dell’atomica, in quattro storie svolge il racconto in presa diretta, attraverso i personaggi femminili, di quello che accadde a Nagasaki, ma anche di cosa significa vivere da sopravvissuti al disastro. Al centro dei racconti non c’è la “grande storia” ma la messa a nudo dell’animo umano di fronte all’indicibile. Una prosa distaccata e coinvolgente, che ci spinge ad interrogarci su come ognuno di noi avrebbe reagito in una situazione così estrema.
Elena Arvigo
Attrice regista, nasce e cresce a Genova ed è considerata una delle più intense interpreti della scena contemporanea e tra le esponenti più interessanti del teatro indipendente italiano. Interprete di tanti ruoli del teatro classico, da Antigone a Giocasta e Andromaca e della drammaturgia contemporanea come per 4:48 Psychosis – si è fatta spesso voce di storie al femminile che raccontano le vicende personali tra le righe della storia che scorre sullo sfondo- come nei Diari della guerra: il dolore da Marguerite Duras e Tutte le immagini scompariranno da Annie Ernaux (Premio Nobel 2022).
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