Amy

TEATRO DELLE DONNE FIRENZE

AMY

VENERDI’ 13 LUGLIO ORE 21.15 PIAZZA SAN MATTEO, GENOVA

Testo di Valerio Nardone dal romanzo di Joseph Conrad, musiche Stefano “Cocco” Cantini, scene, costumi e luci Beatrice Ficalbi. Regia di Matteo Marsan. Spettacolo con Daniela Morozzi.

È il 1901 quando Joseph Conrad scrive Amy Foster, ma leggendo questa specie di incubo, l’impressione è che 116 anni siano passati invano. Allora erano emigranti che dall’est Europa volevano raggiungere in massa l’America, oggi sono Africani e Asiatici, forse ancora più affamati, ma disperazione, truffe, furti, scafisti e naufragi sono identici. Come tristemente uguali sono i cadaveri dei bambini sulle spiagge e quella sensazione di fastidio verso lo straniero che scuote i valori della società. Yanko viene dai Carpazi ed è l’unico sopravvissuto di un intero bastimento andato a fondo stracarico di emigranti che hanno viaggiato in condizioni spaventose dopo aver pagato il viaggio a peso d’oro. Ma il viaggio è finito in fondo al mare, davanti alle coste dell’Inghilterra dopo un disgraziato speronamento notturno da parte di una nave che si dilegua senza soccorrere queste centinaia di disperati. Yanko è bello, sa lavorare la terra, mungere le vacche, è religioso, impara l’inglese e addirittura salva da morte certa la nipotina di un ricco possidente inglese, ottenendo prima un salario, poi un piccolo appezzamento di terra, ma nulla di tutto questo gli basterà per essere accettato nella microscopica comunità del borgo di ferma. Solo Amy, Amy Foster, la “grulla” del paese, lo aiuta. Si innamora di lui e, contro la volontà di tutti, lo sposa. Mettono al mondo anche un figlio. Tutto bene quel che finisce bene? No, quello accade solo nelle fiabe e spesso neanche lì. Yanko canta, balla, prega a voce alta, è cattolico, qualità inaccettabili dentro l’opaca comunità delle selvagge coste britanniche: appare alla stregua di un pagano, una specie di stregone, forse un pazzo, molto probabilmente un demonio. Di sicuro uno straniero. E tanto basta per condannarlo. Per stoltezza, Amy Foster lo salverà; per stoltezza, lo lascerà morire con la faccia nel fango. Ma chi è a raccontarci questa storia e perché? Una giovane donna, quella stessa bambina che all’epoca dello sbarco di Yanko fu da lui salvata da morire nello stagno dei cavalli del vecchio Mr. Swaffer. Solo nei suoi occhi è possibile trovare una traccia luminosa di quello straniero e un ritratto giusto del mondo chiuso e inospitale dove egli era passato come una meteora destinata a scomparire nel nulla. La vicenda di Yanko è la storia di una tenace speranza infranta mille volte, infine sconfitta e caduta, ma che ha radicato nella terra come un seme. Una violenta storia accaduta un secolo fa in Inghilterra, o forse proprio qui, da noi, questa notte.

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