…ovvero: passione, morte e trasfigurazione di Margherita Gauthier
da Alexandre Dumas | progetto e regia Fausto Cosentino
Si recita ancora nel mondo La signora delle camelie. E’ un mito che dura nel tempo. Tutti conoscono la vicenda di Margherita Gauthier, sia attraverso il dramma di Dumas che, soprattutto, grazie a La traviata di Verdi. E’ questo lungo “morire” che mettiamo in scena: i ricordi, i deliri, le sofferenze, gli aneliti di Margherita Gauthier ed infine il suo “martirio”. In una stanza vuota, in cui troneggia un letto sfatto di abbagliante candore, circondata di fiori bianchi, la protagonista di questo monologo vive gli ultimi giorni della sua vita, sospesa fra il presente, un passato breve ma felice, e i suoi deliri visionari di moribonda. Una donna sola, abbandonata da tutti, che cerca conforto nei suoi ricordi e nella illusoria speranza di un futuro che, come lei sai benissimo, non le lascia più molto tempo.
Margherita Gauthier è un personaggio di grande ricchezza drammatica, ma muove all’empatia, “commuove” a causa della sua tisi e per le sue belle frasi, contamina il pubblico, gli trasmette il suo accecamento. Per questo il pubblico crede nel “martirio” finale di Margherita e la sua morte viene interpretata come una ascesa al cielo o una trasfigurazione, dopo tante sofferenze.