dal romanzo di Fedor Dostoevskij | regia Daniela Ardini | con Vittorio Ristagno | interventi coreografici Beatrice Rossi | scene Giorgio Panni e Giacomo Rigalza | coreografie Patrizia Genitoni
produzione Lunaria Teatro
Un lacerante monologo interiore scritto dal grande autore russo nel 1876 permette di affrontare in modo illuminante la condizione di dominio psicologico dell’uomo sulla donna. Dostoevskij mostra l’uomo “in presa diretta” mentre ricostruisce in modo spietatamente analitico l’incontro con la giovane donna mite che decise di sposare nonostante la forte differenza di età e le fasi successive del loro rapporto. Dalle sue parole emergono il carattere dell’uomo, la sua severità, la sua freddezza, i suoi orgogliosi silenzi, ma anche, con la lucidità e competenza quasi professionale da grande indagatore dell’animo e della mente umana, il percorso psicologico della giovane donna che la regia ha deciso di rendere evidente grazie al linguaggio evocativo della danza. Un grido contro la violenza sulle donne e un accorato anelito al Bene.