dal romanzo di Leonardo Sciascia | con Giovanni Costantino, Mario Marchi, Andrea Benfante, Alberto Carpanini, Paolo Drago, Vittorio Ristagno, Francesca Conte, Massimo Orsetti e Anna Nicora.
Scenografie Giorgio Panni e Giacomo Rigalza | Costumi Maria Angela Cerruti | Musiche Alessio Panni | Regia Daniela Ardini
Produzione Lunaria Teatro | si ringrazia per la consulenza e la partecipazione Curzio Cantamessa
“Indubbiamente la mafia è un problema nostro. Io ne ho fatto un’esemplificazione narrativa: fino a quel momento sulla mafia esistevano degli studi […]; esisteva una commedia di un autore siciliano che era un’apologia della mafia, e nessuno che aveva messo l’accento su questo problema in un’opera narrativa di largo consumo. Io l’ho fatto”. Leonardo Sciascia come Roberto Saviano: un intellettuale consapevole della necessità di prendere posizione. Dal 1965 ad oggi una differenza sostanziale è data dal rapporto del problema mafia con la collettività. Possono un libro o uno spettacolo teatrale avere lo stesso impatto e coinvolgimento dell’azione di associazioni e comitati, o di inchieste mediatiche approfondite?
Il racconto trae spunto dall’omicidio di Accursio Miraglia, sindacalista comunista ucciso a Sciacca nel gennaio del 1947 ad opera della mafia. In un paese vicino a Palermo, viene ucciso Salvatore Colasberna, modesto impresario edile. Contemporaneamente scompare Paolo Nicolosi, di professione potatore. Il capitano Bellodi, giovane ufficiale dei carabinieri, giunto in Sicilia da Parma, affronta la situazione con intelligenza e lucidità. A Roma, però, alcuni ambienti politici sono preoccupati che l’indagine possa svelare complicità di personaggi vicini al governo…